Libere, ora associazione
Libere di muoversi, libere di essere: la rivoluzione dei passi
C’è stato un momento in cui Libere di Viaggiare non era ancora un’associazione, ma un’idea, un sogno nato dall’incontro di donne con storie diverse, esperienze diverse, ma un desiderio comune: reclamare la libertà di movimento, non solo fisica, ma mentale, sociale e culturale. È iniziato tutto con una domanda: perché per noi donne il mondo è ancora pieno di confini invisibili? Così abbiamo iniziato a incontrarci, a condividere storie, paure, sogni, a costruire insieme un progetto che non riguardasse solo il singolo, ma la collettività.
I primi passi sono stati timidi: una community di viaggiatrici, uno spazio virtuale per scambiare idee, consigli e ispirazioni. Ma presto ci siamo rese conto che non potevamo fermarci lì. Ogni esperienza raccontata, ogni viaggio affrontato da una di noi, ogni paura superata diventava un mattoncino di qualcosa di più grande. Era come se, nel condividere e confrontarci, stessimo lentamente riscrivendo le regole del gioco. Abbiamo capito che non stavamo solo parlando di viaggi, ma di un diritto fondamentale: la libertà di muoverci nel mondo senza ostacoli, senza giudizi, senza timori.
È stato allora che il progetto ha preso forma, nutrendosi di quel fare comunità che oggi sembra un’arte dimenticata. Abbiamo scoperto che c’è una forza incredibile nell’interessarsi a qualcosa che va oltre la propria sfera personale, che riguarda il bene comune. Libere di Viaggiare è cresciuta così: come un ponte tra generazioni, un catalizzatore di energie, un punto di incontro per chi crede che un altro mondo sia possibile.
Abbiamo lavorato insieme, imparando a fidarci del potere collettivo, del confronto, del dialogo. E ci siamo rese conto che questa non è solo una battaglia per la libertà di movimento, ma un appello a una nuova risocializzazione del tessuto comunitario, una chiamata all’azione per politiche più giuste, spazi più inclusivi, opportunità migliori per tutte. Da una semplice community, siamo diventate un’associazione con progetti ambiziosi: riformulare la cultura del viaggio, promuovere l’empowerment femminile e costruire una società che garantisca alle donne la sicurezza e la libertà di essere ovunque desiderino.
Oggi, Libere di Viaggiare non è solo il sogno di poche: è una rete viva, pulsante, che cresce e si trasforma grazie al contributo di ogni donna che decide di fare la propria parte. È la dimostrazione che, quando ci uniamo per un obiettivo comune, il cambiamento non è solo possibile: è inevitabile.
Il viaggio: una rivoluzione personale e collettiva
Viaggiare è molto più che cambiare luogo: è cambiare pelle. È un processo trasformativo che ribalta equilibri, sfida convinzioni e ridefinisce i confini di ciò che è possibile. Per noi donne, il viaggio è anche una rivoluzione silenziosa, capace di spezzare le narrazioni che ci vogliono fragili, vulnerabili, incapaci di affrontare il mondo.
Attraverso il viaggio impariamo non solo a destreggiarci tra culture diverse, ma anche a navigare la complessità della nostra società. Ogni biglietto ferroviario, ogni passo lungo una strada poco battuta diventa una lezione: posso farcela da sola, posso attraversare ostacoli, posso fidarmi del mio istinto. Ma perché, nel 2025, questa libertà sembra ancora un lusso per poche? Perché parlare di viaggio femminile significa ancora confrontarsi con la paura, la violenza e i limiti culturali?
Il viaggio: una rivoluzione personale e collettiva
Viaggiare è molto più che cambiare luogo: è cambiare pelle. È un processo trasformativo che ribalta equilibri, sfida convinzioni e ridefinisce i confini di ciò che è possibile. Per noi donne, il viaggio è anche una rivoluzione silenziosa, capace di spezzare le narrazioni che ci vogliono fragili, vulnerabili, incapaci di affrontare il mondo.
Attraverso il viaggio impariamo non solo a destreggiarci tra culture diverse, ma anche a navigare la complessità della nostra società. Ogni biglietto ferroviario, ogni passo lungo una strada poco battuta diventa una lezione: posso farcela da sola, posso attraversare ostacoli, posso fidarmi del mio istinto. Ma perché, nel 2025, questa libertà sembra ancora un lusso per poche? Perché parlare di viaggio femminile significa ancora confrontarsi con la paura, la violenza e i limiti culturali?
Barriere da abbattere: l’illusione della protezione
La cultura della paura, nutrita da millenni di narrazioni tossiche, ha insegnato alle donne che uscire dai confini del conosciuto è pericoloso. Ma è davvero così? I dati ci dicono che le donne sono costantemente poste di fronte a una scelta impossibile: sicurezza o libertà? Restare a casa o rischiare l’ignoto? Questa dicotomia è una trappola. Non vogliamo scegliere: vogliamo entrambe.
Barriere fisiche e invisibili limitano la nostra mobilità: infrastrutture inadeguate, trasporti insicuri, molestie nei luoghi pubblici. Ma ci sono anche muri culturali da demolire: le aspettative che ci vogliono “responsabili,” “prudenziali,” “timorate.” Il viaggio, allora, diventa una forma di ribellione creativa: un modo per riscrivere il significato di sicurezza, non come un bene statico, ma come una condizione che dobbiamo pretendere e costruire insieme.
La mappa delle soluzioni: costruire un mondo a misura di donna
Come possiamo trasformare il mondo in un luogo dove la libertà di movimento è reale? Noi di Libere di Viaggiare ci siamo poste alcune domande radicali, che guidano il nostro lavoro e i nostri progetti:
- Quali servizi pubblici e privati devono essere ripensati per rispondere alle necessità delle donne in viaggio?
Non si tratta solo di “più luci nei parchi.” Vogliamo un ripensamento completo del sistema dei trasporti, degli spazi pubblici, delle politiche urbane, affinché le donne si sentano davvero libere di muoversi, di sera come di giorno. - Come possiamo educare le nuove generazioni al diritto alla mobilità?
Questo non è solo un discorso “femminile.” La libertà di movimento è un valore universale che riguarda tutti: uomini, donne, comunità intere. L’educazione deve partire dalle scuole, dalle famiglie, dai luoghi di lavoro, creando una cultura dell’inclusività. - Cosa significa sicurezza per una donna?
Superiamo il concetto paternalistico di “protezione” per abbracciare una visione di sicurezza come empowerment, consapevolezza, autonomia.
Un manifesto per il futuro
Il nostro obiettivo non è solo sensibilizzare: vogliamo costruire una rete di donne, istituzioni e professionisti del turismo per ripensare il mondo del viaggio come spazio di inclusione. Lavoriamo per promuovere politiche che incentivino la mobilità delle donne, migliorino le loro condizioni lavorative e amplino l’accesso a esperienze di viaggio trasformative.
La libertà di movimento femminile è una rivoluzione in atto. È un invito a prendere parte al cambiamento, a mettere in discussione le abitudini, a ribaltare le convenzioni. Viaggiare non è solo un diritto: è un dovere nei confronti di noi stesse e delle generazioni future.
La mappa delle soluzioni: costruire un mondo a misura di donna
Come possiamo trasformare il mondo in un luogo dove la libertà di movimento è reale? Noi di Libere di Viaggiare ci siamo poste alcune domande radicali, che guidano il nostro lavoro e i nostri progetti:
- Quali servizi pubblici e privati devono essere ripensati per rispondere alle necessità delle donne in viaggio?
Non si tratta solo di “più luci nei parchi.” Vogliamo un ripensamento completo del sistema dei trasporti, degli spazi pubblici, delle politiche urbane, affinché le donne si sentano davvero libere di muoversi, di sera come di giorno. - Come possiamo educare le nuove generazioni al diritto alla mobilità?
Questo non è solo un discorso “femminile.” La libertà di movimento è un valore universale che riguarda tutti: uomini, donne, comunità intere. L’educazione deve partire dalle scuole, dalle famiglie, dai luoghi di lavoro, creando una cultura dell’inclusività. - Cosa significa sicurezza per una donna?
Superiamo il concetto paternalistico di “protezione” per abbracciare una visione di sicurezza come empowerment, consapevolezza, autonomia.
Articolo di Nicole Pizzolato